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una gita da ricordare

Torrioni del Monte Corchia

A mio marito Mauro, nei momenti liberi dal lavoro, piaceva molto andare a passeggiare sulle montagne; non da scalatore ma da amico della montagna. Insieme cercavamo delle persone che come noi amavano fare gite sopra i nostri monti. La comitiva ideale era composta da mio marito ed io, mia figlia Luana, suo marito Ernesto con la figlia Moira, mia nipote Nadia con suo marito e la figlia Ornella. Spesso venivano con noi amici di ogni età. La maggior parte delle volte consumavamo il nostro pasto al sacco ma spesso pranzavamo nei vari rifugi, a seconda della meta. La vigilia della passeggiata decidevamo dove andare e ci trovavamo sempre in pieno accordo.

Una gita da ricordare è stata une delle innumerevoli fatte a Mosceta e così sono andati i fatti: agosto, ore 8 partiamo da via Romana muniti di buone scarpe e di zainetti leggeri, pranzeremo al rifugio Del Freo a quota 1170 m. Siamo felici di andare dove l’aria e l’acqua sono fresche, ogni tanto qualcuno canticchia, altri parlano fra loro calcolando la lunghezza della passeggiata. Con le macchine facciamo presto a raggiungere i nostri monti. A pochi metri dal paese di Terrinca prendiamo la strada che porta all’Alpe dei Terrinchesi: Pian di Lago. Dopo il passo Croce il paesaggio cambia: siamo veramente fra i monti. È bellissimo, al mattino c’è una luce azzurrata che viene dal monte Corchia, che più alto sovrasta tutti i monti del versante a mare. Andando avanti troviamo la marginetta dei Merletti. Qui scendiamo dall’auto e proseguiamo a piedi fino alla Foce di Fociomboli. Ci fermiamo un momento ad ammirare il paesaggio, vediamo lontano la chiesina di Puntato e sotto di noi la valle dei Paduletti. Per andare a Mosceta prendiamo il sentiero a destra della Foce: un sentiero scosceso dove cadono i sassi dalla montagna (il Corchia). Più avanti entriamo in un bosco di fanie. È molto bello e assaporiamo il freso verde montano. Il bosco di faggi è folto e scuro, il sentiero è morbido al passo per le tante foglie cadute nel tempo, la luce del sole ci entra a stento creando delle scie luminose. Andiamo tranquilli. Il sentiero è un continuo salire e scendere, così abbiamo modo di respirare bene. Costeggiamo tre colli del retro Corchia. Poi davanti a noi appare la Pania inondata di sole. È stupenda, ci fermiamo ad ammirarla. Pochi metri più avanti nella valle scorgiamo il rifugio Del Freo. Camminiamo leggeri leggeri. Finalmente entriamo al rifugio e pranziamo con molto piacere. Alle 14, finito di pranzare, ci stendiamo sotto gli alberi che circondano la piccola costruzione, all’ombra. Dopo esserci riposati un po’ ripartiamo con un altro itinerario. In fondo alla valle ci sono dei sentieri che portano a Col di Favilla e a Puntato. Ci mettiamo prontamente in marcia per visitare questi due paesini. Procediamo di buona lena quando a metà strada per Col di Favilla scoppia un temporale con tuoni, lampi e saette, proprio… sotto il Pizzo delle Saette. Troviamo una Marginetta con il tetto un po’ malandato perciò ci bagniamo tutti quanti. Abbiamo aspettato che finisse il temporale ringraziando il Signore per la nostra incolumità. Dopo un po’ il sole è tornato a splendere e ridendo e cantando siamo arrivati al paese di Col di Favilla. Doveva essere stato un bel paesino nato sopra la cordigliera dei due monti, ma ora le case sono per lo più diroccate e non ci sono abitanti. Proseguiamo il sentiero per il paesino di Puntato trovandolo semideserto; solo un pastore ha il gregge nel prato lungo il sentiero di bossi e faggi. Anche qui la maggior parte delle case sono inagibili e questo ci rattrista perchè la valle di Puntato è verde e bellissima. Dopo esserci riposati un poco riprendiamo il nostro cammino attraversando la valle dei Paduletti trovandoli belli verdi. Qui un tempo i paesani coltivavano il farro ed il riso. A questo punto proseguiamo per una salita un po’ faticosa fino ad arrivare alla foce di Fociomboli dove riprendiamo le automobili e scendiamo al piano fino a casa, stanchi ma felici della singolare passeggiata con temporale a sorpresa.

Alfreda Galleni Cecconi

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