La marginetta era riparo per il viandante e per gli animali domestici che, secondo la transumanza, si portavano sugli alpeggi; era ricovero temporaneo degli attrezzi contadini, ma, soprattutto, era luogo di preghiera del singolo come della collettività che…in particolari ricorrenze, la adornava di fiori e la rischiarava con il lume delle candele o col fioco lumino ottenuto dalle chiocciole svuotate e riempite d’olio. La maestà oltre la funzione di evidenziare i confini e i limiti, assumeva il ruolo di tutela della casa, della stalla, del podere, della fonte rivestendoli quasi di un manto di sacralità. A Terrinca questi rilievi marmorei iniziano dal 1500 ed accompagnano le vicende umane della popolazione fino ad oggi.
Suddivisione dei rilievi e affreschi presenti nelle marginette:
- 3 affreschi , di difficile datazione
- 2 bassorilievi romanici
- 5 rilievi risalgono al 1500
- 34 rilievi risalgono al 1600
- 46 rilievi risalgono al 1700
- 18 rilievi risalgono al 1800
- 80 rilievi risalgono al 1900
Questa suddivisione è stata possibile, non solo valutando i canoni stilistici delle opere, ma soprattutto leggendo la data scolpita nel marmo: 115 maestà sono datate, 73 non sono datate.
L’iconografia ha come soggetto principale o comprimario la Madonna, tema dominante della predicazione degli ordini mendicanti, e attinge a piene mani all’ispirazione mariana sia dei dogmi che dei privilegi, la troviamo infatti rappresentata 93 volte, di cui 31 rilievi raffigurano la Madonna del Carmelo.
I rilievi che raffigurano S. Antonio da Padova da solo o in compagnia sono 20. I monogrammi bernardiniani sono 11; 6 bassorilievi raffigurano S. Rocco; 4 bassorilievi raffigurano S. Leonardo, protettore dei carcerati. Ecc. In genere i santi raffigurati sono i patroni del paese, o corrispondono al nome del committente, o alla sua devozione personale.
Le forme del rilievo si possono riassumere in:
- rettangolare 98 esemplari
- ogivale 9 esemplari
- tondo 4 esemplari
- altre forme 38 esemplari
mentre le dimensioni variano tra cm 15×25 e cm 40×60, ma non mancano le eccezioni.
Accade raramente di trovare rilievi uguali sia nel soggetto che nella forma, che nelle dimensioni e ciò postula la molteplicità delle botteghe da cui provengono e i molti modelli a cui gli artisti si sono ispirati. A Terrinca le marginette sono di proprietà privata o familiare, anche se l’intervento dei governatori, che nel 1653 restaurarono la marginetta della Cerreta a spese della collettività, farebbe ipotizzare una proprietà pubblica, almeno di questa. Il nome degli artisti o degli artigiani dei rilievi rimane sconosciuto e solo eccezionalmente il marmo rivela l’identità dello scultore, come avviene nella formella di S. Giuseppe che, oltre l’anno 1882 riporta il nome dell’autore: P. Tognocchi.
La marginetta ha assolto pienamente alla sua funzione di riparo dei viandanti, ha soddisfatto il bisogno devozionale del montanaro religioso, ha trasformato il panorama divenendo un elemento decorativo del paesaggio ed è entrata a pieno titolo nella cultura dei paesani tanto da sconvolgerne la toponomastica. Infatti il toponimo in Monti, dopo la costruzione nel 1654 della marginetta si trasforma in S. Michele. Dopo l’erezione dell’edicola nel 1882, la località nella Volta si trasforma in S. Giuseppe. Per la marginetta costruita nel 1704 sopra il Bareto si conia un nuovo toponimo e si chiamerà al Violino. Una maestà di S. An tonio incastonata nel monte nei pressi della Vincentella, darà il suo nome alla località. Così come la costruzione dell’oratorio di S. Rocco agli inizi del 1500 aveva dato la denominazione a tutto il territorio circostante.
Questo vasto patrimonio culturale, non più difeso dalla fede degli uomini, ha bisogno di un programma serio basato sulla conoscenza, la conservazione, la valorizzazione di queste opere. Dobbiamo riconoscere che l’interesse teorico e l’impegno al recupero di queste testimonianze sono arrivati tardi, anche dove sono arrivati, e così la dispersione delle maestà ha impoverito il territorio versiliese di un patrimonio eccezionale.
Quantunque Terrinca abbia pubblicato il catalogo delle sue marginette già nel 1989, non è riuscita a tutelare completamente il suo patrimonio devozionale e sente quindi il dovere di sollecitare l’impegno di tutti alla salvaguardia, alla tutela, al restauro delle testimonianze superstiti. La sensibilità paesana si è di nuovo acutizzata, se in questi ultimi anni sono stati restaurati i tre Oratori di S. ROCCO; di PUNTATO; di CAMPANICE con offerte private, opere gratuite, volontariato, interventi di enti pubblici e privati. L’oratorio di S. Rocco diverrà il centro di accoglienza dei visitatori che desiderano informarsi, documentarsi, ammirare i bellissimi rilievi marmorei ivi esposti, visionare l’archivio audio-visivo, oppure per avere le illustrazioni dei molti itinerari della fede che da qui partono per raggiungere i paesi circonvicini, gli alpeggi, i mulini, i tracciati delle rogazioni.
Sempre negli ultimi tempi sono state restaurate 10 marginette e 3 nuove sono state edificate, a testimonianza che la religiosità e la cultura del popolo terrinchese si tramanda nei secoli.
Ancora molto rimane da fare, ma oggi siamo certi di aver imboccato la strada giusta per salvaguardare, restaurare, valorizzare il nostro MUSEO D’ARTE SACRA POPOLARE ALL’APERTO.
Marino Bazzichi











