
Quell’anno in aprile faceva già caldo, e in campagna e nel bosco, (bellissimi nel loro risveglio) era tutto un fermento. Una grassoccia merla aveva fatto il nido nel Bareto sul castagno di Cesare del Valarre,(che si dice sia il più vecchio e più grosso di tutte le selve di Terrinca ).
C’erano i piccoli voloni e la mamma svolazzava, saltellava, chiocciava invitandoli a scendere giù nel campo delle patate.
Tutto quel tramestio attirò l’attenzione della donna intenta a sarire nel logo, che posato il sartoio si avvicinò, e “t’ho” proprio sul ramo più basso c’era il nido del merlo che gli raspava sempre il concime.
Prese dalla stalla un scala e con cautela si affacciò al nido; i tre uccelletti aprirono il becco; avevano le penne arruffolate, gli occhietti che brillavano e senza esitare la donna li prese, lì mise nel pannello e andò a posarli nel mezzino che coprì con una piastra scivolata dal tetto.
Imbruniva quando la contadina smise di sarire, era tanto stanca che avrebbe dormito anche lì sul pagliericcio, ma a Terrinca l’aspettavano il babbo e la mamma ormai anziani, e poi c’è erano quei ragazzi.
Prese un fascetto di stecchi, il mezzino rinfasciato nel pannello e s’avviò.
” Ma guarda qui, ho raccattato anco i merli ” pensava mentre scendeva scalza e attenta a non “sfucicare” giù per i ricci.
Varcata la soglia di casa scoprì il mezzino, i ragazzi accorsero, i merli cominciarono a fischiare.
Il caso volle che proprio in quel momento i carabinieri passassero sotto il portico, sentirono il fischio e si presentarono all’uscio; tutti ammutolirono, ma i merli no! “Chi è che ha levato un nido?” dissero, e intanto si avvicinarono al mezzino .
“Ah sono merli!”
“Lo sapete che non si può portare via i piccoli dai nidi, siete in contravvenzione!”
“Di che?? Pagare? Un si dirà mai!
Rispose decisa la donna “.
Il carabiniere si aggiustò la cintura e sentenziò “Allora una notte in prigione a Pietrasanta”.
La donna più decisa che mai Ribatte: “sia chiaro! io un pago gnanco un soldo….”
E le prigioni di Pietrasanta ospitarono per una notte una terrinchesa.
Rosalia Tonacci