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Dialogo quasi vero con un cercatore di ” coppelle ” sui monti della Versilia.

A   monti, un po’ sull’alto, dove rimangono le tracce degli ultimi sentieri, tra grotte, boschetti e sassaie incontriamo (sguardo attento scrutatore, mani verdi di muschio) il “cercatore di coppelle “. Tiene a precisare…. 

– Non solo di coppelle! Di coppelle come incisioni rupestri…

Ma tu sai dirci cosa è una coppella? 

Beh, come aspetto, alla lontana, una incisione a coppa, scavata nella roccia… 

– Una specie di buco per palo, di pozzetto per l’acqua? 

– ..Mmmmm .. Bisogna saper distinguere.. 

– E come si fa: ?

– Ho qui il manuale di archeologia,. Ecco: per coppelle si intendono incisioni su roccia, generalmente di pochi centimetri, con sezione quasi sempre conico tondeggiante, di profondità variabile, che si suppone  (le più antiche) eseguite

mediante rotazione di una pietra di durezza molto più elevata (quarzite o selce), mentre vengono attribuite all’età del bronzo e del ferro quelle con sezione a cono rovesciato, chiaramente eseguite con strumento metallico. 

– Vuoi dire che le più antiche vengono dalla preistoria ? 

– Esattamente. Certo non sono databili, nel senso che si parla di parecchie migliaia di anni fa. A meno che non ci siano elementi vicini e provati che possano fare da guida.. Ad esempio tracce di un insediamento. 

– E le più recenti? 

– Si è continuato a far coppelle fino al medioevo. 

– Curiosa usanza! 

– Affascinante. Rimasta come archetipo nell’anima. Espressione di tipo rituale-religioso. Anche affermazione dell’ego. Concetto di tempio all’aperto. Infatti, quasi sempre incise in posizioni dominanti l’ambiente naturale, le coppelle sono un mezzo di comunicazione, un omaggio sacrale. Si trovano in tutti i popoli. La pietra è un altare verso il cielo.. 

– Calma, calma! Ma ce ne sono, di queste pietre-altare, in Versilia? 

– Ce ne sono, ce ne sono. Poche, ma alcune bellissime. E lo sai che ho conosciuto un montanaro che mi diceva che sono buchi fatti dalle stelle cadenti? 

– Ma che se ne facevano, delle pietre-altare, gli antichi? 

– Sentivano a modo loro il divino, la necessità di avvicinarsi al mistero, di un tramite con il Più Grande e il Più Forte, confusamente identificato con la natura… 

– Forse altari sacrificali? 

– Forse alcuni. I massi “coppellati ” sono stati interpretati anche così. Ma sai che dura fatica era scavare una coppella? Non si facevano con la perforatrice. Gli uomini esprimono così la loro venerazione, che fu poi avversata con violenza dal cristianesimo (i vescovi stessi consigliavano di “cristianizzare ” con croci le pietre segnate). Comunque alle coppelle rimane tuttora l’alone di mistero, nonostante le molte interpretazioni. Certo sono inquietanti. Ci sono coppelle legate con un canalotto, coppelle sboccano con un canale al lato esterno del masso, così da condurre a terra un liquido versato… – Chissà, latte, acqua, sangue.. 

– Di un cinghialotto? 

– Chi lo sa. In fondo sono contenitori, quando sono in piano. 

– Non lo sono sempre? 

– No. Conosco due massi importanti: uno sul Corchia, fitto di coppelle con molta probabilità preistoriche, delle quali molte sono eseguite in pendenza, sul fianco della grotta… 

– E l’altro masso?

– Quello è alle Tanacce di Terrinca. Sono coppelle di cui è giusto che il paese vada fiero. Importanti.

– Basta. A cercare coppelle voglio andare anch’io.

– Purché non le scambi per buche per palo. E poi, non si mettono nel paniere come i funghi. 

– Mi viene un’idea. Sono tanti i cercatori? 

– Nel mondo, moltissimi. E parecchi in Italia. 

– Allora, se le trovo, le metterò in Internet. 

– E perché no? 

ISA PASTORELLI

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