
Celeste dalle rime così era chiamato perché aveva sempre la rima pronta.
Abitava al Carnesciale un giorno decise d’andare a fare la legna a Nereta, ne fece un bel fascio e al ritorno quando fu a S. Antonio sentì che aveva bisogno di riposarsi, mise la legna sopra il posatoio sì levò il “bardello” di collo, lo stese sul ciglio del viottolo e ci si mise sopra a sedere, intanto che si riposava girava lo sguardo di qua e di la.
Tutto un tratto vide poco più in là un topo che camminava portando una castagna in bocca, vide che andò a mettere la castagna non lontano da lui, sopra una grotta dove batteva il sole.
Poi ritornò indietro e dopo poco arrivò di nuovo portando ancora in bocca un’ altra castagna che andò a mettere sulla grotta vicino all’altra. Poi ripartì ancora, a questo punto Celeste sì incuriosì e senza fare movimenti si mise a guardare la scena. Questo topo andava avanti e indietro sempre portando una castagna in bocca che stendeva bene al sole, a un certo punto Celeste si alzò e si avvicinò alla grotta, prese tutte le castagne che erano circa una quindicina e se le mise tutte in tasca.
Poi alla svelta si andò a sedere al posto di osservazione.
Passato un attimo arrivò il topo con la sua castagna.
Quando vide che le castagne erano tutte sparite buttò in terra anche quella che aveva in bocca, poi si coperse gli occhi con le zampine anteriori tirò un piccolo grido e calde per terra stecchito.
Celeste si alzò e si avvicinò, si accorse che era morto, probabilmente da un infarto poverino, quando vide che gli avevano portato via la “Bucata “ per l’inverno.
Volete sapere Celeste che fece ?
Si mise in tasca anche il topo e lo portò al suo gatto.
Angela Cocci .